Oggi 22 marzo si celebra la giornata mondiale dell’acqua, una risorsa fondamentale per la vita del nostro pianeta. Istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, l’obiettivo della giornata è sensibilizzare Istituzioni mondiali e opinione pubblica sull’importanza di ridurre lo spreco di acqua e di assumere comportamenti volti a contrastare il cambiamento climatico.
Questa immagine è tratta dal sito dell’università del Maine ClimateReanalyzer e rappresenta le deviazioni della temperatura giornaliera del 18 marzo rispetto alla media delle temperature del ventennio 1979-2000 nello stesso giorno. Le stazioni meteorologiche situate ai Poli del Pianeta stanno registrando delle temperature del tutto anomale per questa stagione, e hanno superato tutti i record il 18 marzo. In particolare al Polo Sud, il 18 marzo, il termometro ha toccato temperature di 40°C superiori alla norma, mentre al Polo Nord sono state registrate temperature di 30°C più elevate rispetto alla media. I climatologi lanciano un nuovo allarme: queste ondate di calore avranno delle conseguenze difficilmente prevedibili, che potrebbero accelerare la crisi climatica.
Negli ultimi decenni stiamo sperimentando sempre più spesso sulla nostra pelle gli effetti del riscaldamento globale, i fenomeni climatici estremi diventano sempre più frequenti, le temperature estive sono insopportabili, i mari si innalzano, le aree desertiche avanzano, i fiumi esondano oppure sono in secca, gli incendi sono continui e indomabili e le foreste vanno in fumo, parecchie decine di specie animali si estinguono ogni anno (quasi 500 nell’ultimo decennio), finche’ non toccherà anche a noi.
Cosa succederebbe se le calotte polari si sciogliessero completamente? Oltre all’innalzamento dei mari (anche di oltre 60 metri), con lo spostamento di questa grande massa d’acqua potrebbe succedere di tutto, dal rallentamento della rotazione e della rivoluzione terrestre, al cambiamento dell’inclinazione dell’asse terrestre, al blocco della corrente del golfo che ci garantisce un clima temperato. Le conseguenze sarebbero catastrofiche. Nessuno si è mai preoccupato di fare previsioni specifiche sul cosa potrebbe accadere, perché’ nessuno immaginava che i cambiamenti potessero avvenire con tale rapidità, ma forse è arrivata l’ora di rifare i calcoli.
Il riscaldamento globale è in assoluto il problema più importante e più urgente da risolvere: più grave di una pandemia come quella del Covid, che può essere arginata con vaccini, cure e distanziamento, e più grave di una guerra, che (se non sfugge di mano) prima o poi avrà una fine, seppur con tante vittime innocenti. Per i cambiamenti climatici ad oggi si stimano più di 5 milioni di morti all’anno, e questo è nulla rispetto a ciò che ci aspetta se non troviamo una soluzione, ma purtroppo non si stanno adottando le stesse misure straordinarie di una pandemia o di una guerra per cercare per lo meno di ridurre l’inquinamento e rallentarlo. Purtroppo chi ci governa non è in grado di agire con fermezza e con urgenza, quindi non ci resta che impegnarci in prima persona a ridurre il nostro impatto ambientale, a sensibilizzare il prossimo e a chiedere a gran voce un impegno concreto da parte del governo. Ne vale la pena? Si perché ne va del futuro dei nostri figli.