Noi siamo l’ambiente (cap.16) –
Gli alberi, e le piante in generale, sono i nostri principali alleati contro il riscaldamento globale, perché sono i soli esseri viventi che, invece di emetterla, assorbono anidride carbonica e restituiscono ossigeno, contribuendo così a ridurre l’effetto serra responsabile dell’aumento della temperatura. Le foreste sono i polmoni della Terra.
Secondo la definizione della Fao: la foresta (o bosco) è una superficie di almeno 0,5 ettari con alberi capaci di raggiungere almeno 5 metri di altezza che con la loro chioma “coprano” almeno il 10 per cento del terreno. Sono esclusi da questa definizione parchi urbani, giardini e formazioni arboree in ambito agricolo (un frutteto o un uliveto non sono bosco).
Pur coprendo solo il 31% della superficie terrestre globale (ovvero 4 miliardi di ettari sui quasi 15 di terre emerse), boschi e foreste ospitano la maggior parte della biodiversità terrestre della Terra. Agiscono anche come pozzi di assorbimento del carbonio, assorbendo CO2 dall’atmosfera e forniscono una fonte vitale di reddito per circa il 25% della popolazione mondiale, con gran parte della terra tradizionalmente abitata da popolazioni indigene.
Questa tabella del rapporto FAO del 2020 ci dice come sono distribuite le foreste nel mondo:
Purtroppo però il tasso di perdita di foreste nel mondo è allarmante. Per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), tra il 1990 e il 2020 sono andati persi quasi 178 milioni di ettari di foresta a causa della deforestazione, un’area equivalente a quella della Libia (o superiore alla somma delle superfici di Spagna, Francia, Germania, Svizzera e Italia).
Col termine deforestazione si intende la distruzione delle foreste, in modo da poter destinare la terra ad altri usi. Il degrado forestale invece consiste in un processo graduale legato alla raccolta insostenibile di legna, che provoca la perdita della capacità delle foreste di produrre benefici essenziali, come il legname o la biodiversità.
Questi processi avvengono principalmente nei tre principali bacini forestali: Amazzonia (Sud America), Congo (Africa centrale) e Sud-est asiatico.
Il diboscamento risulta poi ancora più grave quando colpisce foreste vergini (più correttamente definite “primarie”), cioè le foreste ancora sostanzialmente incontaminate dalla presenza e dalle attività umane. L’Amazzonia è una di queste e la sua area forestale, purtroppo, è una di quelle che in proporzione è diminuita di più al mondo.
La deforestazione e il degrado forestale, avvengono principalmente in conseguenza delle attività umane che incide sulla vita delle persone nel pianeta:
- L’agricoltura è il principale motore della deforestazione in tutte le regioni ad eccezione dell’Europa. La conversione delle foreste in terreni coltivati è il principale motore della perdita di foreste. Secondo la FAO, è la causa del 50% della deforestazione globale, principalmente per la produzione di olio di palma e semi di soia.
- Il pascolo del bestiame è responsabile di quasi il 40% della deforestazione globale. In Europa, la conversione in terreni coltivati rappresenta circa il 15% della deforestazione e il 20% è dovuto al pascolo del bestiame.
- Lo sviluppo urbano e infrastrutturale, compresa la costruzione e l’espansione delle strade, è la terza causa principale della deforestazione globale. Rappresenta poco più del 6% del totale. Eppure è la causa principale della deforestazione in Europa.
- Altre attività dannose legate alle attività umane includono la raccolta eccessiva di legname, anche per il combustibile, e il disboscamento illegale o non sostenibile.
- Il cambiamento climatico è sia una causa che una conseguenza della deforestazione e del degrado forestale. Gli eventi estremi che provoca, come incendi, siccità e inondazioni, colpiscono le foreste. A sua volta, la perdita di foreste è dannosa per il clima, poiché le foreste svolgono un ruolo importante nel fornire aria pulita, regolare il ciclo dell’acqua, catturare CO2, prevenire la perdita di biodiversità e l’erosione del suolo.
Le principali cause della deforestazione sono quindi diverse nelle varie regioni del mondo:
Nelle foreste della fascia tropicale ed equatoriale del sud del mondo c’è un evidente problema di deforestazione. Nel nord del mondo (foreste temperate e boreali) le foreste si stanno invece lentamente espandendo.
L’unico dato positivo è che il trend di deforestazione annua è in diminuzione, si è passato dai 7,84 milioni l’anno degli anni novanta, ai 5,17 l’anno del decennio del 2000, ai 4,74 l’anno dello scorso decennio.
La lotta contro la deforestazione nel mondo è ferma all’unica intesa raggiunta nel corso della COP26 a Glasgow (1-12 novembre 2021), dove i 110 paesi partecipanti si sono impegnati a fermare la distruzione delle foreste entro il 2030. Insieme, questi paesi comprendono l’85% delle foreste presenti in tutto il mondo. Purtroppo non essendo previste ne’ sanzioni ne’ tabelle di marcia questo impegno (come tanti altri) potrebbe essere disatteso.
Per approfondire:
FAO – The State of the World’s Forests
https://www.fao.org/3/ca8642en/CA8642EN.pdf
FAO – Global Forest resource assessment